Questa selezione di opere di Enzo Andriolo ha quasi una valenza ‘antologica’, a testimoniare il fatto che spesso non serve raccontare tutte le fasi creative di un artista nel dettaglio. La rassegna – che copre l’arco di tempo degli ultimi vent’anni e trova un sostanzioso complemento nella contemporanea esposizione in un’altra sede, quella nello SPAZIO JJ, in Contra’ delle Barche 48, sempre a Vicenza – racconta una passione inveterata per gli elementi intrinseci di cui è composta la pittura.
Dice l’artista “Il mio interesse verso la materia è sempre stato prioritario. Amo soprattutto i muri sbrecciati o ricoperti di manifesti dai colori mutanti esposti alle intemperie. Brillanti con la pioggia e spenti con il sole. Macchie di umidità che spariscono e riaffiorano col cambio delle stagioni. In passato avevano un fascino unico, con le loro forme che suggerivano sagome fantastiche. Ho sempre preferito materiali semplici e colori poveri che, accostati, riflettessero il massimo splendore. Oggi tutto è cambiato… le tinteggiature sintetiche dei nuovi edifici hanno coperto le carte lacerate dei manifesti portando via il fascino delle mezze parole e delle macchie di umidità…”
La ruvidezza grossolana dei muri collabora con la leggerezza resiliente della carta, entrambi con le loro cromie che concorrono a ricreare sul supporto la pittura, assecondando l’energia di altri pigmenti e segni… Ma è soprattutto il colore il risultato ottimale congiunto e l’obiettivo finale. Capace di astrazione dovunque essa si trovi: anche nella scrittura, come nei 4 grandi dipinti che rappresentano il nome, l’io identificativo per eccellenza che, fin dalla nostra nascita, definisce chi siamo nei confronti della società ma anche per noi stessi.
Ed è proprio il nome dell’artista E N Z O ad aprire la rassegna in CSUV|Arte: “nomen omen” dicevano gli antichi romani per significare come il nome sia un presagio che suggerisce la sorte e il futuro di ciascuno, “un nome, un fato”, “il destino nel nome”. Sono quattro grandi lavori del 2016 per altrettante lettere dell’alfabeto.
La qualità principale della lingua scritta, quella di essere rappresentazione visiva, attraverso segni grafici convenzionali, delle espressioni linguistiche del pensiero è per eccellenza ‘astrazione’. Che si tratti dell’insieme di sistemi ideografici, pittografici, geroglifici, cuneiformi o, naturalmente e soprattutto, alfabetici, che ci appartengono più da vicino.
L’impiego della carta, sempre presente nelle opere di Andriolo sia come ‘ritaglio di realtà’ – strappata da manifesti, libri, riviste – sia semplicemente come carta colorata portatrice dell’elemento cromatico; è un’altra caratteristica tecnica ma anche intrinsecamente espressiva dei lavori di Andriolo. “Ho usato la carta – dice – oltre che come collage anche come colore perché volevo avvicinare il più possibile il mio lavoro all’opera casuale che gli eventi atmosferici operano sui muri di cui ho sempre ammirato il risultato ‘elaborativo’ del tempo, della pioggia, del vento e di gesti sconosciuti”.
Soggetti che interpretano questa specificità sono, in mostra, i due lavori: Gos (2017) e La poltrona rossa (2018).
Infine, la serie inedita dei tredici Oblò – otto del 2005 e cinque del 2006 – offrono una metafora di una delle molte possibilità dello sguardo: a tutto tondo, ma solo in verticale. Resta da capire se ciò che si sta guardando sia un ‘fuori’ visto da dentro oppure un’occhiata dall’esterno su ciò che è interiore….
Giovanna Grossato
Sedi espositive:
CSUV|Arte – Piazzale Bologna, 14 – Vicenza; dal 27 settembre al 26 ottobre inaugurazione il 27 settembre ore 18.30; orari dal lunedì al venerdì 9.00 – 18.00 e sabato su appuntamento al 388 8320536 (whatsapp) o allo 0444-021524.
SPAZIO JJ – Contrà delle Barche, 48 – Vicenza; dal 28 settembre al 9 novembre. Visite su appuntamento via whatsapp al 347 9605797.