L’inaugurazione è duplice. Sia per il luogo, CSUV, destinato alla formazione e sede d’esame delle
principali università digitali italiane che, per la prima volta dopo l’inizio della sua attività didattica
online, apre anche uno spazio dedicato all’arte, CSUV|Arte; sia per la mostra qui allestita con opere
di Andrea Lomazzi. Un fotografo che sui vari volti di Vicenza, famosissimi o nascosti, ha dedicato
infiniti scatti, una ventina dei quali sono ora esposti con un criterio molto particolare: riprendono
aspetti e luoghi di Vicenza desunti da testi di 12 scrittori e affiancano le foto come fossero
didascalie.
Scriveva nel 1957 Guido Piovene nel suo Viaggio in Italia: “Nasce una città in bianco e nero, con le
tinte di un’acquaforte, in un paese dalle luci morbide, rosee, in cui l’aria sembra portare un colore
disciolto”. E non poteva essere descrizione più azzeccata riferita a Vicenza, bella di una bellezza
all’acquaforte, come una stampa antica.
Le fotografie di Andrea Lomazzi che ne fissano alcuni scorci, panorami ed edifici, se da un lato
assecondano, con il loro bianco/nero, questa immobilità letteraria da cartolina d’antan, dall’altro
aggiungono alla Città significati ulteriori e diversi. Per lui, da artista contemporaneo, la scelta del
bianco/nero ha anche un significato espressivo: lasciare libera facoltà a chi guarda d’immaginare o
di ricordare quel tal luogo con i colori che preferisce.
Ogni scatto, dunque, fa riferimento a un brano o a una poesia di autori dei quali Lomazzi individua
e interpreta, con il suo obbiettivo, il taglio, la prospettiva, il punto di vista reale o suggerito,
l’atmosfera: oltre al testo di Guido Piovene, infatti, ci sono quelli di Hugo von Hoffmansthall, da La
Rotonda del Palladio Sommerreise, (1903); di Johann Wolfgang Goethe, da Viaggio in Italia
(1786); di Giacomo Zanella da Villa Trissino a Cricoli (1903); di Fernando Bandini da Vacanze
natalizie (2012); di Goffedo Parise da Un sogno improbabile (1963); di Adolfo Giuriato da Vicenza
mia!… (1924); di Mariapia Veladiano da Una storia quasi perfetta (2016) e da La vita accanto
(2011); di Vitaliano Trevisan da I quindicimila passi (2002); di Virgilio Scapin da Cattivi pensieri
(2000); di Luigi Meneghello da Bau–sète (1988); di Antonio Fogazzaro da Piccolo mondo moderno
(1901) e di Renato Cevese da Guida di Vicenza (1953).
L’excursus è veramente interessante: lo stile del fotografo riunisce nello stesso luogo scrittori e
poeti di epoche e culture diverse; molti di loro sono vicentini mentre altri sono visitatori che,
magari per la prima volta, si trovano di fronte alla visione di una ‘Città Bellissima’.
Lo ‘sguardo’ sensibile di Lomazzi, ora incide la carta fotografica come se fosse una lastra
d’incisione, ora ammorbidisce i contorni delle cose, ora coglie con fulminea rapidità un certo mood
della città, ora apre vertiginose prospettive acrobatiche assolutamente inedite. Sarebbe
interessante chiedere agli scrittori e ai poeti che hanno fornito spunto alle sue vedute sulla città
quanto abbiano intercettato quelle descritte da loro…
Nel corso della carriera Lomazzi ha partecipato a numerosi eventi espositivi, tra i quali la Fiera di
Milano nell’87, il Consolato di Francia (Milano 1989). E ancora a Trevi (I^ Biennale di fotografia
italiana), in personali al circolo fotografico “La Gondola” (Mestre 1998) e ad Arles (Francia 1999).
A Vicenza alla Stamperia d’arte Busato (1990), alla Galleria Due ruote (1993), alla Galleria Images
(1997/2018). E ancora “Sguardi perduti” all’Hotel Castello di Vicenza (2006); ”Incontro di
immagini” a Villa Cordellina di Montecchio Maggiore (2006); “Passeggiate per Vicenza” al LAMeC,
Basilica Palladiana di Vicenza (2007); “Colti a leggere”, alla biblioteca civica di Vicenza (2012); alla
Libreria Galla “Autori ritratti”, (2014), “Storie minime” (2018), “Tra le righe” (2023), “Vedute
vicentine” (2024). La serie “Il carcere di S. Biagio” è stata più volte esposta a Vicenza, Padova,
Arcugnano e al Festival della fotografia di Lonigo (2005/2017).
Ha inoltre collaborato a numerosi libri di architettura e arte tra cui Scamozzi a Vicenza: palazzo
Trissino di Barbieri e Saccardo; Il restauro della Villa Thiene di Andrea Palladio nel 1999, presso
la sede municipale di Quinto Vicentino; La Torre Bissara di Vicenza tra antica memoria e nuova
percezione (2002); la Guida di Vicenza di Barbieri e Cevese (2005); Trecento anni di Bertoliana
(2008); la Guida per Vicenza, Angelo Colla Editore 2012; Trissino del Vello d’oro di Giovanna
Dalla Pozza (2020). Nel 2023 ha pubblicato il catalogo della mostra Tra le righe – 30 ritratti di
personalità legate al mondo del libro (scrittori, editori, librai, stampatori, illustratori); ha realizzato
alcuni calendari con immagini di Vicenza commissionati dalla Banca Popolare di Vicenza (1990),
dalla Società Fascina Leasing, da Images, da Galla (1999 – 2003) e dalla Biblioteca civica
Bertoliana (2008). Alcune sue opere sono conservate presso il Musée de la Photographie
“Nicephore Niepce” di Chalon sur Saone , in Francia.
Giovanna Grossato
“Andrea Lomazzi: vedute di Vicenza vista da scrittori”, CSUV-Unipegaso, Piazzale Bologna
14, Vicenza.
Dal 9 agosto al 15 settembre 2024